Di ogni specie di animali puri prendine sette paia, maschio e femmina; e degli animali impuri un paio, maschio e femmina. Anche degli uccelli del cielo prendine sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza sulla faccia di tutta la terra;
Genesi 7 (2-3)
Idee e persone.
Le idee hanno il potenziale per trasformare il modo in cui pensiamo, viviamo lavoriamo; le persone contribuiscono al successo di qualsiasi attività sia che si tratti di business o di piccoli gruppi oltre che essere attori principali di evoluzione di una comunità/società.
Sempre più lavoro si basa sulla diversità ‘cognitiva’ dei membri di un gruppo. La diversità è legata all’innovazione e alla crescita economica poiché la crescita continua dipende da nuove prospettive e dalla ricombinazione di nuove idee. Pensate a quanto sia confortante essere circondati da persone che pensano allo stesso modo, che rispecchiano le nostre prospettive, che confermano i nostri pregiudizi. Ci fa sentire più intelligenti. Convalida la nostra visione del mondo. Che disastro!
Squadre, gruppi e società ottimali richiedono talenti diversi e, per funzionare bene, devono promuovere modi diversi di pensare. Squadre di persone possono realizzare cose che nessun individuo potrebbe fare da solo. Mano a mano che i problemi e le sfide che affrontiamo diventano più difficili e più complessi, il valore della diversità e del lavoro di squadra diventa essenziale. Un esempio per tutti. I primi 15 premi Nobel per la fisica sono andati a un totale di 19 persone. I successivi 8 sono andati a 8 persone, e questi includevano scienziati famosi come Plank, Bohr e Einstein. Gli ultimi 15 premi Nobel sono stati assegnati a 42 persone. Efficienza, innovazione e solidità richiedono tutte ‘la diversità’. Se vogliamo un mondo produttivo, interessante e sostenibile, dobbiamo capire il ruolo della diversità e mantenere e dare spazio ai giusti livelli e tipi di diversità. Troppo spesso, purtroppo, pensiamo solo in termini di talento, che è sì importante, ma la performance collettiva dipende, per fortuna, dalla combinazione e dalla crescita di talenti diversi. La maggior parte delle organizzazioni ha una politica, dichiarata, di assunzione meritocratica. L’idea è quella di reclutare sulla base delle capacità e del potenziale, piuttosto che su fattori arbitrari come le connessioni sociali, il genere o il sesso. Non vorreste riempire la vostra organizzazione con i più brillanti e i migliori? La risposta illuminata è “No!“. Questi laureati avranno studiato sotto gli stessi professori e assorbito intuizioni idee, euristiche e modelli, e forse anche visioni del mondo uguali. Selezionando i laureati in modo meritocratico, le organizzazioni possono trovarsi a gravitare verso team simili a cloni. Questo non è per rinnegare l’importanza della meritocrazia o del talento. Si tratta semplicemente di sottolineare che l’intelligenza collettiva richiede sia capacità che diversità.
I gruppi saggi esprimono una diversità, non sono simili a cloni. I gruppi ‘diversi’, contengono persone con prospettive che sfidano le regolarità, amano il conflitto di idee, divergono e si impollinano reciprocamente.
Non sono in disaccordo per il gusto di farlo, ma portano intuizioni da diverse regioni dello spazio del problema. come gli organismi viventi diventano più della somma delle loro parti. Questo rappresenta il segno distintivo della diversità: non ripetono gli stessi punti di vista (generalmente quello del capo), sono più simili a gruppi di ribelli. In ogni caso, un Team di ribelli batterà sempre un team di cloni.
La creazione di ambienti diversi è, in effetti, tutta una questione di cambiamento.
Tucidide, osservava che le persone finiscono per cambiare per tre motivi: per paura, per interesse personale o per onore. Oggi potremmo dire per dolore, guadagno o visione. Posso cambiare perché è troppo doloroso rimanere come sono. Posso anche cambiare perché è chiaro che guadagnerò dal cambiamento. Meno probabilmente, cambierò perché ho la visione per capire che è nell’interesse di tutti che io cambi. Interesse di tutti ha molto a che fare con la diversità/inclusione).
Pasolini scriveva : Il progresso è lo star meglio di una popolazione.
Sperimentare le dinamiche della diversità è una cosa; sapere come farla funzionare in diversi contesti, diversi settori – sapere come ottimizzarla veramente – è un’altra. I team di successo sono diversi, ma non arbitrariamente diversi. La diversità non è un’aggiunta opzionale. Non è la ciliegina sulla torta. Piuttosto, è l’ingrediente base dell’intelligenza collettiva. La diversità significa differenze nel modo in cui le persone vedono, categorizzano, comprendono e migliorano il mondo. Tutti questi elementi condividono la stessa firma di fondo: aggregano le informazioni disparate contenute in menti diverse. Due donne, due asiatici, due disabili e due afroamericani: diversità compiuta, o almeno così si pensava una volta. Ad un certo punto, la diversità aziendale è arrivata a significare l’inclusione di almeno due di ogni tipo. Troppi manager e dirigenti pensavano che se si fosse stipata una coppia di ogni minoranza in un’azienda o in una sala riunioni (anche virtuale), si sarebbe raggiunto il compito di creare un ambiente di lavoro diversificato. In fondo basta per legge garantire le ‘quote rosa’ e la diversità/inclusione è garantita. Niente, infatti, potrebbe essere più lontano dalla realtà. Abbiamo pensato a lungo ed erroneamente che la diversità si ottenesse semplicemente ricreando l’arca di Noè. È vero che nell’arca di Noè, erano state incluse coppie di tutti gli animali ‘puri’ e ‘impuri’ (e i ‘puri’ in maggioranza rispetto agli ‘impuri’), ma abbiamo scoperto che non è sufficiente. Il problema di questa arca artificiale è che il più delle volte il leone guarda la zebra e pensa – consciamente o inconsciamente – “Quell’animale fa al caso mio’, appena scendiamo dalla nave e Noè sparisce alla vista facciamo i conti. E che penserà mai la Giraffa guardando la zebra? Non mi assomiglia. Non ha collo, ricoperto da stupide strisce bianche e nere, e mangia cose schifose. Io ho un collo lungo ed elegante, bellissime macchie marroni e bianche, e mangio con cura. E questo è solo l’inizio di come si vedono tutte queste creature. La gazzella inevitabilmente pensa che l’ippopotamo è uno stupido ciccione e potremmo continuare all’infinito. Una diversità in attesa di fare i conti.
Riusciremo a cogliere i benefici della diversità solo quando diventeremo consapevoli e coscienti di come ci sentiamo nei confronti dell’altro che sta condividendo il nostro spazio nell’arca (o meglio, nella sala riunioni). Fino a quando non ci renderemo conto che alcuni nell’arca sono avvantaggiati mentre altri sono svantaggiati, proprio a causa della loro diversità, vuol dire che
diversità è per noi solo un hashtag di moda e che fa figo parlarne.
Naturalmente, ogni persona contribuisce anche con errori, miti e punti ciechi. Ed è proprio qui il valore. Ed è proprio qui il valore della diversità. Approcci diversi allo stesso problema, sfumature ed errori diversi. In pratica questo crea una catena di errori grande quasi quanto quella sulle informazioni. Questo scambio permette di intravedere soluzioni ‘innovative’ dove prima c’era solo uno sguardo incrementale (imparare di più sul problema). Il primo passo cerca di affrontare una sfida difficile, non consiste nell’ imparare di più sul problema stesso e, neanche, quello di sondare più a fondo le sue varie dimensioni. Piuttosto, è la capacità di fare un passo indietro e chiedere:
- Dove sono le lacune nella nostra comprensione collettiva?
- Siamo afflitti da paraocchi concettuali?
L’omofilia (da wikipedia – L’omofilia è la tendenza degli individui di associarsi e di creare legami con altri considerati simili per alcune peculiari caratteristiche.) ci ha trascinato in un angolo ristretto dello spazio del problema?
Rispondere a queste domande richiede molto più impegno che assemblare semplicemente un posto di lavoro che assomigli all’arca di Noè, dove alla fine il leone è solo in attesa di continuare ad essere un predatore e cercherà non certo di allearsi con la gazzella, ma con altri predatori come lui. Che vuoi che sia stare un po’ assieme alla stessa tavola con le prede, anzi in questo modo prendo le misure ancora più facilmente, con l’inevitabile trasformazione di quelli che dovrebbero essere i mezzi in fini!
Il percorso verso la diversità inizia con il riconoscimento della componente morale del pensiero dell’uguaglianza. In altre parole, dovremmo imparare e riconoscere le capacità in ognuno di noi e trattarci l’un l’altro equamente e con rispetto. La diversità significa differenze nel modo in cui le persone vedono, categorizzano, comprendono e migliorano il mondo. Un’ultima annotazione, l’arca non è una barca ad esplorarne l’etimologia si scopre, infatti, che: arca [dal lat. -archa, gr. -άρχης, der. di ἄρχω «essere a capo»]. – Secondo elemento di parole composte, derivate dal latino e dal greco o formate modernamente, nelle quali significa «chi comanda, chi è a capo». dal latino la sua radice significa baule.
E questo qualcosa vorrà dire!
* Pubblicato su ‘Vite Parallele 2021’ organo di AUSED